La Regione Lazio riconosce la Lis
Lis. Ci sono voluti circa dieci anni dall’emanazione dell’articolo della convenzione Onu, ma finalmente il traguardo è stato raggiunto. A maggio 2015 sono state approvate le “Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva. Disciplina dello screening uditivo neonatale“, ovvero la Legge della Regione Lazio per il riconoscimento della Lis. Un piccolo risultato per le persone con disabilità uditiva residenti nel Lazio, che non vedono però ancora nessuna soluzione in ambito nazionale (come l’Italia, anche Malta e Lussemburgo non riconosco la Lis).
La situazione legislativa però sta lentamente prendendo strade nuove e positive per il futuro, almeno in ambito regionale. A registrare questa tendenza sono i diversi convegni volti a promuovere il testo di queste disposizioni. L’ultimo, andato in scena lunedì 22 giugno 2015 a Fiumicino dal titolo “Legge Regionale Riconoscimento della Lingua dei Segni Lis“, ha visto la presenza, tra Associazioni di categoria, consiglieri comunali, insegnanti ed educatori, del Presidente del Consiglio Comunale di Fiumicino Michela Califano e dell’Assessore ai Servizi Sociali e alla Scuola Paolo Calicchio. Entrambi hanno espresso fiducia e grande appoggio nei confronti di questa Legge.
Presidente del Consiglio Comunale di Fiumicino, Michela Califano
“La Regione Lazio – ha spiegato Califano – ha approvato all’unanimità la Legge. Un grande passo in avanti è stato fatto poiché grazie a questa normativa la nostra Regione, quarta in Italia e prima a prevedere uno stanziamento economico (è stato istituito un fondo di 100mila euro per l’anno 2015, mentre altri 500mila euro saranno stanziati tra il 2016 e il 2017, n.d.a.), dà attuazione all’articolo 21 della Convenzione Onu del 2006 sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009“.
Califano chiarisce: “La Regione Lazio ha approvato all’unanimità la Legge”
“Ciò vuol dire – prosegue Calicchio – prevedere, tra le varie cose, lo screening uditivo neonatale per la diagnosi precoce delle disabilità uditive in ogni punto nascita regionale, la formazione di équipe di sostegno alle famiglie, oltre ovviamente a sostenere e cercare di diffondere in maniera capillare la lingua italiana dei segni nelle scuole e in televisione, oppure realizzare eventi di pubblico interesse con l’uso della Lis o con supporti tecnologici che li rendano fruibili alle persone sorde. Già nel nostro Comune si è iniziato a utilizzare la lingua dei segni in alcune scuole e spero vivamente che questo cammino intrapreso presso i nostri istituti possa proseguire ed essere rafforzato ancora di più in futuro. È vergognoso che l’Italia sia ancora uno dei tre Paesi in Europa, insieme a Malta e Lussemburgo, a non aver legiferato in materia. Ciò dimostra – conclude infine il Presidente – che i veri sordi sono stati i politici che non hanno saputo e voluto dare il giusto peso a questa problematica”.
La speranza di Califano: “Spero vivamente che questo cammino intrapreso presso i nostri istituti possa proseguire ed essere rafforzato ancora di più in futuro”
Dello stesso parere l’assessore Calicchio, il quale invoglia le istituzioni politiche a mostrare maggiore attenzione su queste tematiche. “È importante che un ente di prossimità come il Comune presti attenzione alle esigenze delle persone sorde” – ha dichiarato Calicchio, che poi si mostra speranzoso per il futuro: “I risultati, come abbiamo potuto sperimentare ad esempio nella scuola di Fregene, dove è stato portato avanti un bellissimo progetto sulla Lis, alla fine si vedono e sono significativi. Inoltre ciò rappresenta un percorso di crescita sociale e culturale per il nostro Comune, nella direzione di un mondo che non permetta più ad alcuno di essere escluso“.
Angelo Andrea Vegliante
Finestraperta.it